Tornare a
casa ubriachi
linfa di
vetro sui muri
schiuma di
shampoo negli occhi
il cervello
assordato
da fischi
guaiti ululati
di guerci
cagnacci rognosi
i neuroni
fra le mani
con le teste
rasate
e le ascelle
sudate
l’ipotalamo
sull’unghia
zecca
prosciugata e sgonfia
infilzato
filetto.
Tornare a casa ubriachi
drink drank drunk for the jumpin’ jive
alle sei del
mattino c’è qualcuno che sbraita
alle sei del
mattino
tu hai lo
schifo nei lombi
e la boria
del mondo
tutta chiusa
nel freezer
degli
sporchi ricordi.
Tornare a
casa ubriachi
Roteando
sulla punta acuta
del rischio
fatale
edificando
ciminiere di confusione
edulcorando
microchips di passione
e gettare
nel cesso quattro litri di whiskey
scura morte
nel sangue
seta rossa
strappata.
Tornare a
casa ubriachi
per cercare
nel fango
delle rozze
illusioni
e scoprire
fra un conato ed un coito
le gole
segrete
le terre
bruciate
le
ribollenti lave
le ignote.
Insultarsi picchiarsi ferirsi
nel dar voce
al profondo
separarsi
scoparsi riunirsi
nel’infinita
bestialità della vita.
Tornare a casa ubriachi
drink drank drunk for the jumpin’ jive
e
stringersi l’uno accanto all’altra
come labbra
in amore
rumore di
scambi nel cuore
calce viva
ferro fuso e clamore.
Ascoltare il
respiro unificato
dei vulcani e delle fosse marine
e finalmente
ordire
i battiti
all’unisono
concilio di
stelle e pianeti
valzer di
fiabe e leggende.