giovedì 5 settembre 2013

Il sangue




Il sangue di molti uomini sgorga dalla mia bocca
fra denti istoriati di battaglie, scoppi, bombardamenti e risa.
Il volto di troppi uomini rivive dentro ai miei occhi
come lanterne di pallidi bivacchi, accesi sulle montagne scure.
La voce supplice di uomini feriti echeggia nell’aria del mio mattino
acqua marina in cielo, puzzo di zolfo in terra.
Non conobbi la guerra, quella di fumo e rabbia,
ma sento in me il frastuono e l’empito della perduta Storia.
Siamo appendici d’un’epica lontana, nostro costrutto è carne,
pulviscolo di ossa e caldo, rosso sangue, il sangue di quegli uomini
che videro la sorte tra schegge e lampi sordi.
Ad essi devo il mio corpo, in essi brama la vita, l’artiglio del presente.
Per essi è giusto ancora combattere e morire.