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La lenta strada bianca
che vide scendere e sudare
i padri dei miei padri
che inanellò morte e desiderio
penetra l'inquieta morale
dell'immorale mia vita
e si confonde nella memoria imperfetta.
Questi alberi
che la seguono come fratelli gelosi
che hanno dato frutti
e rigettato fiori
testimoniano una torva adolescenza
e conservano sulle foglie
in una oscura vena
del moto clorofilliano
l'impronta subliminale della mia voce.
Su queste pietre ardue
che raccolgono l'ombra degli antenati
ci sono tracce
ci sono tracce
in silenziosa rovina
di una stella solitaria
che splende e piano si consuma.
La lenta strada bianca
di ciotoli e di polvere
di ciotoli e di polvere
snoda conserte
le braccia lungo gli anni
schiude le palpebre
degli uomini caduti.
Io non sò vivere
di voci e di ricordi
amo il presente
e scrivo del futuro
ma qualcuno
qualcosa
nella fumosa strada
dal passato si adira
mi rimprovera
e spezza il fiato
sulla mia schiena ricurva.
Chiede un abbraccio
vitale e impenitente
spiega nel cielo
canzoni e cicatrici.
E' l'eterna seminagione
è una linea lunga e sotterranea
che avvinghia le radici
nel nido della carne
è il grido della stirpe
che affonda la sua voce
nel buio dentro l'anima.
E chiama
ferocemente chiama
ed ama
perdutamente ama.