venerdì 9 maggio 2014

Equivoci


 
Il mondo è una
         costellazione
                     di equivoci

Tutto
      spinge
            e brucia

Nulla
      osserva
               e tace

L’eclissi
        del dolore
               e’ uno stanco mito

Dobbiamo convivere
                    e apprezzare
                               la coerenza del suo graffio

  L’ebbrezza delle gioia
                     è  un rapidissimo schiaffo

mercoledì 7 maggio 2014

Sciilia




Terre arse di rocce nere
Terre asperse di pietra bianca
Terre sparse di tufo e lava

La carcassa di un rottweiler fra le spighe essiccate e i fiori gialli
L’odore intenso della morte nel volo concentrico delle mosche eccitate
L’ostentata presenza di un corvo sul ceppo d’arenaria, nel campo

Gli hanno sparato al grosso cane
Gli hanno sparato in testa a quell’infame
Lo hanno finito così quel grosso cane

Un colpo di frusta, un foro in mezzo agli occhi
Pistola in uso alla mafia, calibro 9 parabellum
Da queste parti la lotta fra cani è un passatempo diffuso

La bestia ha uno squarcio buio sotto al collo
Denti affilati, cortesie da pitbull per sventrarlo
Non c’è pietà nel sale amaro della sconfitta

Forse in questo modo, da una carogna,
nacque la pietra su cui troneggia il corvo
forse è in una ferita crudele che la pietra
si fonde con il cielo e l’uomo con gli dei

Terra dura che vince sempre
Terra nuda che chiede sangue
Terra sorda che non ti ascolta

Il corvo si destreggia fra i muretti a secco
Chiede la sua parte, deve volare in alto
Il sole brucia
E il tempo si consuma

martedì 6 maggio 2014

Milf




Le quattro madame appollaiate al bar
tra lampade e finzioni,
hanno sul viso il ghigno
da maschera di cera
che all'improvviso invera.
Labbra rifatte di gommapane moscia
a cancellar fellatio
inflitte a destra e a manca.
Poliuretaniche poppe ritte
e mai scalfite dal vento o dalle scosse.
Mosse sgraziate da pelviche giumente
incalorate a maggio,
scaracollate dall'inguine cadente
fin su  alle tube,
le  rinsecchite tube da cinquantenne sgonfia
che crocchiano nel pube.
Rudi vocioni da transessuale vecchio,
confuso nello specchio del tempo che divora. 
Le quattro dame perdute sul Negroni
hanno stampata in fronte,
tra rughe e corruzioni,
la stella del destino.

lunedì 5 maggio 2014

Quando vacillamente la



 
Quando la mente oscilla
Vacilla
Traballa
Dal trespolo la voglia
Di morte si scaglia.
In forma di torma
Di sparvieri
Groviglia
Le unghie nere, rapaci
Sul torace
E attaglia
Le spalle tue
Incapaci di fuga.
Soggiaci
Privato di forza
Senza scorza
E legato alla cinghia
Che ringhia
Alla gola
Ti spendi
Nell’ultima luce
Ti arrendi
Alla mitica croce
La crepa
Nel crampo
Della vita si spacca
E l’occhio d’inferno
Bivacca nel cielo
Fiamma di vulcano
Che trita la notte.
Arpie
Grifoni
Tritoni
Castroni feroci
Insozzano il vento
Di atroci
Purezze violate.
Cani di buio
Distorti
Latran famelici
La buffa
Canzone
Dei morti
E i diavolo appare
Cromato d’acciaio
Tremendo pollaio
Di ratti e fanfare
Roccia che sboccia
Schiavo da odiare
Incancrenito guaio
Triceratopo gaio.