mercoledì 7 maggio 2014

Sciilia




Terre arse di rocce nere
Terre asperse di pietra bianca
Terre sparse di tufo e lava

La carcassa di un rottweiler fra le spighe essiccate e i fiori gialli
L’odore intenso della morte nel volo concentrico delle mosche eccitate
L’ostentata presenza di un corvo sul ceppo d’arenaria, nel campo

Gli hanno sparato al grosso cane
Gli hanno sparato in testa a quell’infame
Lo hanno finito così quel grosso cane

Un colpo di frusta, un foro in mezzo agli occhi
Pistola in uso alla mafia, calibro 9 parabellum
Da queste parti la lotta fra cani è un passatempo diffuso

La bestia ha uno squarcio buio sotto al collo
Denti affilati, cortesie da pitbull per sventrarlo
Non c’è pietà nel sale amaro della sconfitta

Forse in questo modo, da una carogna,
nacque la pietra su cui troneggia il corvo
forse è in una ferita crudele che la pietra
si fonde con il cielo e l’uomo con gli dei

Terra dura che vince sempre
Terra nuda che chiede sangue
Terra sorda che non ti ascolta

Il corvo si destreggia fra i muretti a secco
Chiede la sua parte, deve volare in alto
Il sole brucia
E il tempo si consuma

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