Terre arse
di rocce nere
Terre
asperse di pietra bianca
Terre sparse
di tufo e lava
La carcassa
di un rottweiler fra le spighe essiccate e i fiori gialli
L’odore
intenso della morte nel volo concentrico delle mosche eccitate
L’ostentata
presenza di un corvo sul ceppo d’arenaria, nel campo
Gli hanno
sparato al grosso cane
Gli hanno
sparato in testa a quell’infame
Lo hanno
finito così quel grosso cane
Un colpo di
frusta, un foro in mezzo agli occhi
Pistola in
uso alla mafia, calibro 9 parabellum
Da queste
parti la lotta fra cani è un passatempo diffuso
La bestia ha
uno squarcio buio sotto al collo
Denti
affilati, cortesie da pitbull per sventrarlo
Non c’è
pietà nel sale amaro della sconfitta
Forse in
questo modo, da una carogna,
nacque la
pietra su cui troneggia il corvo
forse è in
una ferita crudele che la pietra
si fonde con
il cielo e l’uomo con gli dei
Terra dura
che vince sempre
Terra nuda
che chiede sangue
Terra sorda
che non ti ascolta
Il corvo si
destreggia fra i muretti a secco
Chiede la sua
parte, deve volare in alto
Il sole
brucia
E il tempo
si consuma
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