Come un
insetto curioso
mi sono
ridotto a capocchia di spillo
e sono
entrato nella tua stanza.
Ho finto di
essere un portagioie
e ho posato
la mia indecenza sul tuo scrittoio.
Mi hai
aperto,
hai frugato
nelle vestigia del mio passato e,
scodinzolando,
hai richiuso
il coperchio.
Come un
aereo di carta
confezionato
da mani inesperte
ho volato
zigzagando nel cielo degli uomini.
Sono sceso
in picchiata nella notte
a trafugare
sogni
e nel
silenzio ho brucato
erbe
sapienziali da giardini incantati.
Come un
barchino giocattolo
ho navigato
le sporche acque del desiderio,
infestate da
pesci passionali e cavallucci mastini.
In un gorgo
di piume bagnate
ho perso
ogni destrezza
e son
tornato a galla,
morbida luna
riflessa
nello specchio
in frantumi.
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