Com'era
ferma Genova
in
quelle notti di luna.
Gli
amori si consumavano
sotto
un tappeto di stelle
ìi
baci correvano
sepolti dai vicoli ansiosi.
Tu
splendevi
nella
tua pelle umida
ed
io ti guardavo
scendere
in mare
colpire
nel segno
la
congiunzione astrale.
Il
tempo sedeva in un angolo
paziente
ad
aspettare.
Com'era
ferma Genova
in
quelle notti d'azulene.
I
gatti suonavano il violino
nei
roseti fra le scogliere.
I
tuoi seni di conchiglia
si
facevano isole
nell'acqua
d'argento
e
i pesci ipnotizzati
adoravano
la dea
invocando
prodigi.
Fluorescenti
creature
illuminavano
il cielo.
Com'era
ferma Genova
in
quelle notti d'agosto
mentre
il caldo miagolava
sui
tetti d'ardesia
e
stuzzicava
cantastorie
e chitarre.
Noi
ci sfioravamo
in
un'apoteosi di piccole luci
i
giovani fumavano l'erba
sotto
ai fiori del pitosforo.
Ogni
odore era lento
passaggio
di vento.
Com'era
ferma Genova
in
quelle notti d'oriente.
Le
auto planavano
a
velocità ridotta
senza
rumore
con
garbo trattavano l'asfalto
come
si tratta un dolore.
Noi
lasciavamo che il dolce inganno
crescesse
ondeggiando.
Non
c'era passione felina
ma
un quieto racconto
che
svelava il profondo.
Dio,
o chi per lui,
si
acquattava nel buio
e
dirigeva un'orchestra
di
silenzi e di vuoti.
Com'era
ferma Genova
in
quelle notti d'estate.
Gli
occhi del mistero
accendevano
lampare scintillanti
in
quelle taciturne notti.
Un
mantello di velluto nero
scendeva
sulla mia terra preziosa
e
socchiudeva la porta, geloso.
Com'era
eterna Genova
in
quelle notti a bassa voce.