giovedì 29 maggio 2014

Genova meravigliosa

Com'era ferma Genova
in quelle notti di luna.
Gli amori si consumavano
sotto un tappeto di stelle
ìi baci correvano
sepolti dai vicoli ansiosi.
Tu splendevi
nella tua pelle umida
ed io ti guardavo
scendere in mare
colpire nel segno
la congiunzione astrale.
Il tempo sedeva in un angolo
paziente
ad aspettare.

Com'era ferma Genova
in quelle notti d'azulene.
I gatti suonavano il violino
nei roseti fra le scogliere.
I tuoi seni di conchiglia
si facevano isole
nell'acqua d'argento
e i pesci ipnotizzati
adoravano la dea
invocando prodigi.
Fluorescenti creature
illuminavano il cielo.

Com'era ferma Genova
in quelle notti d'agosto
mentre il caldo miagolava
sui tetti d'ardesia
e stuzzicava
cantastorie e chitarre.
Noi ci sfioravamo
in un'apoteosi di piccole luci
i giovani fumavano l'erba
sotto ai fiori del pitosforo.
Ogni odore era lento
passaggio di vento.

Com'era ferma Genova
in quelle notti d'oriente.
Le auto planavano
a velocità ridotta
senza rumore
con garbo trattavano l'asfalto
come si tratta un dolore.
Noi lasciavamo che il dolce inganno
crescesse ondeggiando.
Non c'era passione felina
ma un quieto racconto
che svelava il profondo.
Dio, o chi per lui,
si acquattava nel buio
e dirigeva un'orchestra
di silenzi e di vuoti.

Com'era ferma Genova
in quelle notti d'estate.
Gli occhi del mistero
accendevano lampare scintillanti
in quelle taciturne notti.
Un mantello di velluto nero
scendeva sulla mia terra preziosa
e socchiudeva la porta, geloso.
Com'era eterna Genova
in quelle notti a bassa voce.

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