I tuoi
languidi capelli
persi nel
cuscino
macchia di
corallo antico
rovo di
profumi amico.
Il sonno
profondo che ti spoglia
e trasforma
in rivolta la veglia.
Le nostre
battaglie e risse
fra le
dirute scosse
che furon di
passione.
L’anello che
ti regalai
immobile fra
i tuoi indumenti
sogno e
religione
di una morta
stagione.
Il mio
sguardo che rapisce
corrode,
intuisce
il corpo e
le sue lune
per
appropriarsene
svuotarlo
mentre dorme.
Il mazzo
delle chiavi sul tavolino
angolo
estremo
di un mondo
al confino
paradossale
scherzo
per chi
entra e chi esce
per chi ha
toccato il fondo.
E la fine
tra noi
caduta sulla
stuoia
negli occhi
di quel gatto
che placido
s’annoia.
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